Oggi vi voglio parlare delle mie impressioni riguardo un libro di cui si è sentito parlare moltissimo. Si tratta del libro di Marie Kondo, il magico potere del riordino, dove l'ormai famosa scrittrice svela i suoi trucchi per riordinare una volta per tutte.
Nella rete si trovano moltissime recensioni riguardo questo libro e più volte nel venerdì del libro ne ho lette di molto interessanti. Ho voluto provare a dire la mia anch'io, per condividere con voi le mie impressioni!
"Riordinare non necessita di complesse classificazioni. Le azioni fondamentali da eseguire sono due: buttare via ciò che non serve e trovare una collocazione a quello che rimane. E' importante ricordarsi che buttare viene prima".
Bene, sarà che io quello che lei spiega lo facevo già, ma non l'ho trovato così illuminante come pensavo e, per questo motivo, questa parte mi ha molto annoiato.
Quando faccio il cambio dell'armadio, cerco sempre di rivedere gli abiti che ho appena usato nella stagione e di buttare quelli che non mi vanno più o non mi piacciono più. Non ho problemi a fare questo e riesco facilmente senza i problemi "sentimentali" che descrive la Kondo nel suo libro.
Mi sono ritrovata d'accordo quando spiega che "riordinando si mette in ordine il passato e, di conseguenza, si prende coscienza di ciò che conta davvero nella nostra vita e di ciò che invece non serve; di ciò che bisogna fare e di ciò che invece bisogna lasciarsi alle spalle". Anche io mi ritrovo sollevata e più libera quando butto via il superfluo. Non vi so spiegare bene la sensazione, ma ci si sente più leggeri, o almeno a me capita così.
La Kondo scrive che "il guaio delle soluzioni per organizzare gli spazi è che creano l'illusione che, riponendo vestiti e accessori negli appositi contenitori, si risolva il problema del disordine. In realtà, nei cassetti e nei contenitori sii accumula tanta di quella roba che la stanza è ancora in disordine e bisogna trovare un'altra soluzione per organizzare gli spazi, creando così un circolo vizioso". In queste frasi io non mi ritrovo molto.
E' vero che "la ragione principale per cui le cose continuano ad accumularsi è perchè non ne teniamo sotto controllo la quantità e non riusciamo a farlo perchè i posti in cui le riponiamo sono sparsi ovunque". Però io credo che con un pò di ordine mentale non ci siano grosse difficoltà... per me questa cosa è naturale e logica, la applico già quando organizzo vestiti e accessori oppure nel sistemare i materiali che utilizzo in scrap room. La mia regola è buttare ciò che non ci sta, facendo un pò di ordine quando le scatole diventano troppo piccole per contenere le varie cose e, soprattutto, buttare senza pietà quello che non mi dice più niente perchè magari non mi piace più o mi ha stufato. Ed è più o meno quello la Marie Kondo spiega nel corso del suo libro.
La parte che proprio mi ha fatto alzare gli occhi al cielo è stata quella sui calzini. Ve la riporto senza commenti per non risultare offensiva, ma a dir la verità l'ho trovata un pò assurda.
"La mia cliente appallottolava i calzini e li rivoltava. Questo è sbagliato. Le calze riposte nei cassetti sono come in vacanza. Sempre messe a dura prova, costrette a tollerare il sudore e lo sfregamento tra piede e scarpa, malgrado tutto continuano stoicamente a proteggere i piedi del proprietario. Nel cassetto dovrebbero godersi il loro breve ma meritato riposo. E invece? Le calze annodate e rivoltate si sformano, sono sottoposte a una tensione costante e la parte dell'elastico è sotto pressione. Come se non bastasse, buttate a quel modo, rotolano qua e là e sbattono le une contro le altre ogni volta che il cassetto viene aperto e chiuso, e non riescono a riposare in pace. Inoltre, se hanno la sfortuna di finire sul fondo, la loro esistenza viene dimenticata per così tanto tempo che l'elastico si allenta irrimediabilmente e quando la loro prospettiva di vita si è sensibilmente accorciata, nel momento in cui ci ricordiamo di loro, non possiamo che notare che sono sformate senza rimedio."
Non mi fraintendete... trovo che il concetto generale che la Kondo vuole esprimere sia corretto. Seppur anche io ripongo i miei calzini in questo modo, sono consapevole che l'elastico si rovina e che non è il modo corretto di procedere. Però ho fatto fatica a trovare questa spiegazione un pò nonsense.... Per essere precisi, comunque, nelle righe successive viene spiegato molto bene il modo corretto di procedere e come è la maniera più indicata per riporre calzini e collant nei nostri cassetti.
Credo che questo sia il suo modo di scrivere... anche in seguito, parlando dei vestiti, suggerisce di "esporli di tanto in tanto all'aria e alla luce, di guardarli e toccarli, colmarli di attenzioni e far sapere loro che non vedete l'ora di indossarli la prossima stagione".
Lascio a voi ulteriori considerazioni. Io l'ho trovato in sostanza un libro interessante, a tratti un pò noioso, ma molto utile per chi vuole provare a fare un pò d'ordine nelle proprie cose e nella propria vita. Aspetto le vostre impressioni...
Buona giornata e buon venerdì del libro!
Stefania
Non ho letto il libro ma solo molte recensioni in rete.
RispondiEliminaA mio parere, il problema è che chi fa fatica a buttare, non lo fa per pigrizia o perchè non ha capito che sarebbe meglio, ma perchè proprio non ci riesce. Difficile cambiare perchè spesso è un vero e proprio tratto del carattere (il sentimentalismo anche applicato agli oggetti) o una paura atavica di "rimanere senza" e dunque leggere un libro è difficilmente di aiuto.
Mi pare un pò contraddittorio che inviti a buttare senza pietà e sentimentalismi e poi a trattare i calzini ed i vestiti come esseri viventi!
Io l'ho letto e da disordinata quale sono mi ė stato utile anche se non sono riuscita a mettere in pratica tutti i suoi metodi! A pelle l'autrice mi è sembrata una pazza scatenata, di certo tutta in asse non è, quale adolescente passerebbe i suoi pomeriggi a riordinare cassetti o catalogare vestiti? Mah...
RispondiEliminaHo letto parecchie recensioni in merito... ultimamente è un libro che va molto di moda... però non mi attira... sarà perchè sono una disordinata cronica?
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