Oggi è la giornata mondiale della consapevolezza dell'autismo.
Penso e sono fermamente convinta che sia veramente importante essere consapevoli che ci sono delle persone che non riescono ad interagire come facciamo noi e che hanno delle difficoltà nelle relazioni con gli altri. Purtroppo, ancora molti non se ne rendono conto e trattano queste persone come diversi e li emarginano, guardandoli storto.
Io ho la fortuna e il privilegio di lavorare con un bimbo autistico. Certo, a volte è faticoso, a volte è sfiancante. Non sempre è facile affrontare le difficoltà che possono sorgere quotidianamente...
Però sono fortunata ad averlo conosciuto perchè mi ha dato l'opportunità di rendermi conto che io sono fortunata perchè riesco ad esprimere con la voce i miei bisogni e i miei desideri e posso relazionarmi con gli altri per condividere momenti felici e non. Lui non ci riesce e per questo motivo posso solo immaginare come si possa sentire. E' in balia degli altri, di dove lo portano, di cosa scelgono per lui e non può dire "questo non mi va" oppure "vorrei quest'altra cosa". Nonostante questo, si adatta ed è fin troppo bravo in questo. Credo che la sua, sia un'arte della pazienza che tutti dovremmo imparare.
Lui non comunica, ha i suoi stereotipi e le sue particolarità, ma è un bimbo molto intelligente: si adatta a giocare con tutto e sperimenta mille cose che altri bambini danno invece per scontate. Per farsi capire deve fare uno sforzo in più, ma lo fa, perchè noi grandi gli chiediamo una "normalità" che per lui è strana e magari giudica noi quelli diversi! Non ti regala parole o un classico "ti voglio bene", ma le sue piccole conquiste quotidiane sono fonte di enorme soddisfazione e orgoglio e i suoi sorrisi che spesso sceglie di regalarmi riempiono il cuore più di mille parole.
Bisognerebbe che tutti fossimo più consapevoli di questo, perchè questa brutta malattia è sempre più in aumento. Queste persone sono però sempre più sole, lasciate alla famiglia e senza nessun altro che si occupi di loro.
Vi lascio ad un video di Andrea Antonello e suo papà, che sono andati ospiti a radio Deejay per presentare il nuovo libro di Andrea, ragazzo autistico di 22 anni, che ha espresso a suo modo i pensieri che non riesce a rivelare con la voce.
Credo che il pensiero di Franco Antonello, papà di Andrea, che presenta questi ragazzi come delle persone sole che vorrebbero degli amici, sia una cosa che dovrebbe far riflettere.
Come lui, vi invito tutti a passare due ore alla settimana con un ragazzo con difficoltà: avrete aiutato lui a sentirsi "un pò meno solo", ma sicuramente verrete ripagati di questo "sforzo" con la consapevolezza di aver passato del tempo con una persona speciale che vi scalderà il cuore!
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